venerdì 10 maggio 2013

Il nuovo decreto AIFA sulla cannabis terapeutica è privo di buon senso

C’è una guerra aperta tra il Dipartimento delle Politiche Antidroga e i consumatori di cannabis, ma chi resta tra i due fuochi beccare tutti i colpi, come mi ha comunicato Albero Sciolari dell’Associazione Pazienti Impazienti Cannabis (PIC), sono i malati.
Con il nuovo decreto dell'Agenzia Italiana del Farmaco sarà "finalmente", come hanno titolato i giornali, possibile commercializzare il Sativex anche i Italia, un farmaco ottenuto estraendo principi attivi dalla pianta di cannabis.
Il Sativex è un ottimo farmaco, contiene i due principali cannabinoidi della cannabis, l'energizzante THC e il sedativo CBD, in pari dosaggi (circa il 6-7%), in una percentuale tale da non renderlo psicoattivo, ma molto farmacologico. E' impiegato come spray sublinguale, indicato per la sclerosi multipla,  in Canada lo prescrivono anche per il cancro, ma risulta eccezionale anche nei dolori, quindi nella fibromialgia, nel risolvere i problemi del sonno e della vescica.
Peccato, però, questo nuovo decreto limiti la sua prescrizione ai soli malati di sclerosi multipla con spasmi muscolari, per risolvere i problemi di rigidità. In questo la cannabis è eccezionale, ma oltre al danno, pure la beffa, perché questo decreto pone lo stesso limite alla possibilità d'importare i fiori di marijuana prodotti in Olanda dalla Bedrocan B.V., prima prescrivibili per qualsiasi patologia. 
Al di la del fatto che se dessero la cannabis al malato di sclerosi multipla senza spasmi, forse riuscirebbero a evitare poi gli vengano, nella parte di mondo civile e compassionevole che prescrive la marijuana, le indicazioni terapeutiche sono le più varie e si va dal dolore neuropatico (come indicato nelle linee guida a livello europeo) alla SLA, la sindrome di Tourette, l'HIV, il morbo di Crohn, la perdita di peso e appetito, la nevralgia facciale, il dolore cronico e il dolore agli occhi causati dal glaucoma, per citarne alcuni.
Succederà così che chi oggi riceve la marijuana terapeutica per l'epilessia o il dolore neuropatico (in Italia poco più di un centinaio di pazienti ricevono la cannabis terapeutica, a fronte di almeno 50.000 che potrebbero riceverla a occhi chiusi), per esempio, non potrà più usufruirne. Chi a stilato questo decreto non ha però considerato che tra di loro ci sono persone, come mi confermato da Alberto all'interno della stessa associazione PIC, che non stanno in piedi senza cannabis e letteralmente cado a terra, puntualmente rompendosi le ossa, se non possono assumerla, ma l'ignoranza e l'insensibilità dei legislatori sembra non abbia limiti.
Resteranno, quindi, si e no una decina di pazienti con sclerosi multipla e spasmi a ricevere la cannabis, ma qualora preferissero i fiori olandesi al Sativex, non potrebbero più ottenerli perché per poter avviare l’importazione dall’Olanda è necessario, a norma di legge, non ci siano alternative sul mercato italiano. Ora l’alternativa c’è, si chiama Sativex e addio a fiori costituiti da più di 400 elementi attivi nella cura delle patologie.
Per rendersi conto della stupidità di questo decreto, basta pensare che la cannabis funziona anche per il raffreddore, così com'era prescritta fino all''800, perché quando assunta pura, senza tabacco, libera in modo eccezionale le vie respiratorie e le orecchie. Certo in questo caso basterebbe dell'erba con pochi principi attivi (THC al 6%, il minimo per essere farmacologicamente attiva, CBD minore di 1), mentre quella più forte (THC al 19-20%) può essere impiegata in malattie molto più gravi. Con estratti come l’olio di cannabis (THC al 60-90%) , ingerito, si può combattere anche il cancro. Non c'è bisogno d'inventarsi niente su questa questione, è già tutto scritto nella storia, ma il proibizionismo ha storpiato la realtà, ponendo la ragione dalla parte del torto, e viceversa, e ciò si ripercuote sui rapporti tra le persone e con le istituzioni, dando come risultato una società malata, sempre più bisognosa della reintroduzione della canapa, perché è di questo che stiamo parlando, una pianta, fino a prima del divieto, considerata la Sorella dell’Uomo.


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