martedì 23 luglio 2013

Solare come il Perù

Il Perù sta provvedendo all'installazione di pannelli solari fotovoltaici per fornire energia elettrica gratis a due milioni di persone povere, non ancora collegate alla rete elettrica, e sostituire le costose e malsane lampade a olio.
Il National Photovoltaic Household Electrification Program è partito con l'installazione dei primi 1.601 pannelli nella regione di Cajamarca e prevede di fornire energia elettrica al 95% del Perù entro il 2016, offrendo così anche grandi possibilità agli installatori di pannelli solari domestici.
(Fonte: Inhabitat.com, una mia buona notizia di Cacao)

mercoledì 17 luglio 2013

Vorrei sollevare una questione (forse c'è bisogno di metterla sul religioso per farsi capire)

Mettiamo una persona sia RasTa, nel senso che si è interessato a Ras Tafari Hailé Selassié e, scorrendo testi e immagini, è veramente stato colpito dalla luce di quest'uomo, nominato, appunto, Luce della Luce, Potere della Trinità, Leone della Tribù di Giuda, etc., etc. etc.. A questo punto, la cosa non è reversibile e non può che seguire la benevola luce di Selassié.

Ras Tafari Hailé Sellasié
Mettiamo pure il caso, veramente, come dicono i fedeli RasTa, assumendo marijuana (alias cannabis o canapa) questa persona senta più vicino la figura del profeta a mantenere viva questa luce, ma malauguratamente, il credente si ritrovi a vivere tra le leggi italiane, come la Berlusconi-Fini-Giovanardi, che praticamente inibiscono anticostituzionalmente la libertà di culto. E qui i casi  sono due, o una fracca di gente che fuma la marijuana ha avuto un'allucinazione collettiva uguale per tutti, in diversi periodi di tempo (la religione RasTa è del 1930), il che è molto strano e darebbe ragione alle teorie di Giovanardi e del Presidente del Dipartimento Antidroga, Serpelloni, sulla pericolosità di questa erbe verde, o quell'uomo aveva veramente qualcosa di speciale.

Eppure, con la canapa, il fedele sente di poter riuscire ad esser buono, laborioso e sensibile come Selassié e finalmente sentirsi circondato dalla luce e dal senso della vita, ma la legge lo istiga a delinquere, concedendogli di poter consumare, ma scordandosi di indicare dove acquistare.

Con queste leggi, trovare pure un lavoro dove, in caso di bisogno, gli siano concesse tre vaporizzate di cannabis al giorno, salvo, ovviamente, il datore non abbia la stessa credenza, diventa quasi impossibile, e il fedele, quando non pratica mestieri a rischio d'incidente, se gli va bene, potrebbe ritrovarsi a professare la propria credenza di nascosto, come in un'epoca passata, uguale a questa.

Per la legge italiana, quest'uomo dovrebbe vivere nelle tenebre (sostanzialmente, in medicina, uno stato di depressione), ma non per le regole divine, fortunatamente a salvarlo, assolvendolo, puntualmente, perchè il fatto non costituisce un peccato, se non piccolissimo, ma dai grandi benefici, come sostengono religiosamente gli induisti.
Lo Stato italiano è quindi a un bivio (il 14 giugno dei deputati di SEL e due del PD, Michela Marzano e Ivan Sclfarotto, hanno presentato alla Camera una proposta per permettere la coltivazione domestica di cannabis): continuare a seguire le leggi del male e l'oscurità, così come ha fatto negli ultimi duemila anni l'umanità, o convertirsi al bene, alla luce e legalizzare la coltivazione cannabis, concedendo finalmente la tanto conclamata libertà di religione?

Ps1: di recente è pure giunto alla ribalta il calciatore Theodor Gabre Sellasié, ceco di origine etiope, terzino del Werder Brema, ha portare attenzione su questo nome.  





giovedì 11 luglio 2013

Non c'è religione senza canapa (proseguendo il post precedente)

Da quando sono stato colpito dalla presenza di Ras Tafari Selassie, l'intuito mi si è spostato su questioni divine e ho bisogno di parlare di teologia e della mia amica Dio.

La settimana scorsa ho sentito la Presidente della Camera Laura Boldrini (nata il 28 aprile come me) esprimersi a difesa delle donne, sostenendo come la loro presenza non sia un mero ornamento per l'uomo. In realtà, è piuttosto vero il contrario, l'uomo, cioè, quale mantello di Dio, è l'ornamento della donna: probabilmente è questo il motivo per il quale sono spesso le mogli a comprare i vestiti ai propri uomini. Le credenze tramandate dai sacerdoti patriarcali, che nei secoli hanno reso il Dio Sole superiore alla Dea Madre Terra, tramutando Dio in un uomo, attecchiscono quindi spesso solo a livello teorico, mentre nella vita certi sintomi sono segno di quanto la natura progredisca secondo i propri istinti.


Ras Tafari Hailé Selassié e la moglie Menem
Sto parlando del Dio cristiano, quello che gli ebrei chiamavano YHWH, tradotto in JAEVH dai Testimono di Geova, JAH per i RasTa, quello che solo durante il cristianesimo primitivo era considerato una donna. Ho accennando la questione alle donne, notando però una tendenza a rifiutare l'idea. Appena riesco a far percepire alle donne la sua vera essenza femminile, per un attimo noto sul loro volto un espressione di comprensione, come se tutto quadrasse, ma subito hanno la tendenza inculcata a tornare sui loro concetti. L'impressione è che non riescano a sopportare un orientamento gioioso alla vita, quale può essere determinato da un sorridente Dio femmina, che implica un allineamento diverso all'asse terrestre, di tipo antiorario, come il moto naturale della Dea Madre Terra. Il perché potrebbe essere determinato da questioni culturali come la sofferenza inculcata quale elemento naturale dalla vita da parte di un ottica patriarcale, dall'alimentazione troppo carnivora (la carne come alimento, per esempio, in medicina cinese è Yang, maschile), la mancanza di canapa, in particolare della pianta femmina e tutti i suoi principi (necessaria, secondo i RasTa, per collegarsi a Dio) o, forse, dal fatto che la comprensione divina più intima derivi da un rapporto interdipendente con i propri aspetti maschili della personalità o di un vero e proprio rapporto d'amore verace con un maschio. La questione è ovviamente reciproca per entrambi i sessi e secondo i RasTa,  un rapporto d'amore tra uomo e donna deve somigliare a quello tra Selassie (esempio per gli umoni RasTa) e sua moglie  la Regina Menen (esempio per le donne RasTa), l'uomo Alfa e la donna Omega. Come sostenuto dall'imperatore etiope, il rapporto deve svolgersi nel rispetto reciproco, tra tradizione e modernità, con tutti gli adeguamenti necessari dell'epoca. Su questo punto, i RasTa sono però spesso accusati d'essere patriarcali, in quanto Selassie, vissuto tra la fine dell'1800, fino agli anni '70, dopo la morte della moglie, dichiarò la compagna gli fosse stata ubbidiente, sebbene dubitasse della propria paternità su uno dei figli.
La domanda che sorge spontane è quindi, se Dio è femmina, allora perchè sceglie maschi come Cristo e Selassie a far da profeti? Forse proprio perchè gli piacciono i maschi, per una questione d'equilibrio, oppure perchè il corpo del maschio (il sole, Yang, la parte bianca del Tao) s'illumina maggiormente e risulta più vibile da chi ha bisogno di una guida da seguire.

Ma cos'è quindi questo Dio? Ateamente potrebbe essere definito semplicemente come un centro energetico di qualità, con aspetti maschili (Yang) e femminili (Yin) bilanciati per la vita in questo universo. Possedendo un anima, questo centro energetico diviene imperfetto e religiosamente un Dio, femminile per la maggior presenza d'energia Yin, come nella donna. Collegandosi al centro energetico, attraverso la cannabis come fanno i RasTa, si ottiene, come cantano le canzoni reggae, il fatto che JAH curi l'anima e il corpo del credente, con la discesa dello Spirito Santo, anch'esso femminile, donato da Dio. L'effetto curativo della cannabis diviene quindi ampliato dal collegamanto a questa energia cosmica, grazie al HIGH, l'effetto, cioè, alto e leggero donato da quest'erba. Allo stesso modo, tutto ciò avveniva anche negli antichi rituali cristiani, dove i  sacerdoti e le sacerdotesse usavano ungersi con unguenti alle erbe, tra cui la canapa, chiamata nella Bibbia con il nome di Canna Odorifera.

La Canna Odorifera, forse a Cristo, in quanto tale, non serviva, ma l'abitudine a ungersi i capelli, come erano soliti fare ai tempi, potrebbe giustificar, come sosteneva Papa Francesco qualche giorno fa, il fatto Gesù fosse sempre collegato a Dio. Non che la figura più evoluta di Selassie, rimasto fedele alla Chiesa Ortodossa Etiope, fumasse l'erba. La questione è legata solo alla religione RasTafari, per la salute dei comuni mortali e per facilitare l'avvento del mondo nuovo, quello del dopo 21 dicembre 2012, creato da Selassie, con i suoi gesti e le sue parole, il Regno di Dio eterno sulla Terra.

Dio è femmina, ma non che non esistano divinità maschili, da Buddha a Shiva, ma anche in questi casi, potrebbero esser giunte storpiate fino ai giorni nostri e aver avuto originaiamente le tette. Shiva è l'altissimo, intento nella Danza dell'Universo, e come nel caso di Budda non è rappresentato con la barba. Entrambe le divinità, come nel caso di JAH, nascono da rituali cannabici (Budda, narra la leggenda, s'illuminò dopo aver mangiato per anni solo semi di canapa, mentre Shiva, secondo gli Indù, vive nella pianta di canapa) e nelle loro rappresentazioni sono comunque valorizzati gli aspetti femminili della personalità, ritenuti in Oriente, fondamentali per mantenere l'armonia con la Madre Terra.