venerdì 22 luglio 2016

Dacci oggi il nostro pane per domani


Cresciuti con il catechismo cattolico e il suo Padre Nostro, fin da piccoli in Italia ci si abitua al concetto del pane quotidiano, e spesso si fa fatica a guardare un pò più avanti. Succede quindi che la gente ripete come un mantra: "Non c'è futuro". Certo che non c'è, perché non si è abituati a vederlo.

Leggendo i vangeli apocrifi, invece, si scopre come per i primi cristiani la questione era un poco differente. Il Vangelo dei Nazarei (I Vangeli apocrifi, Giulio Einaudi Editore), per esempio, riporta al punto 13: "Nel Vangelo ebraico secondo Matteo si ha: Dacci oggi il nostro pane per domani, cioè: Dacci oggi il pane che ci darai nel tuo Regno."

Si punta, insomma a guardare un pò più in là, attivare la corteccia prefrontale per vedere il futuro, immaginarlo in quel che si mangerà nei pasti del giorno seguente. Per vedere il futuro, bisogna fermarsi un attimo e allinearsi tra il passato e il presente. Quando poi riesci a realizzare perfettamente il futuro come
l'avevi immaginato, si compie il Regno di Dio.

Ed è una vita più cristiana.

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