La vita non è semplice esistenza e in molte tradizioni sciamaniche si fa rifermento a un mondo dei morti viventi e uno dei vivi, e alla possibilità di passare da una parte all'altra.
Ai tempi della Bibbia, come spiega il suo discepolo preferito, Giovanni, la porta tra questi due mondi era Gesù Cristo: "Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore ... Allora Gesù disse loro: in verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore .... se uno entra attraverso me sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo" (Vangelo secondo Giovanni 10:2-9, Il buon pastore).
Oggi la porta della salvezza è invece Cristo il risorto, RastafarI Haile Selassié I e per passare dalla porta è necessario riuscire a sostenere il suo sguardo. Una volta passati il mondo appare come descritto nella Bibbia, un pascolo riposante, e si viene resettati e riprogrammati in aramaico antico direttamente dal Signore, per comprendere i testi sacri. A quel punto tutte le persone che non sono ancora passate da quella porta sembrano pecorelle smarrite, senza direzione. Anche chi si ribella alla mistica, pensando di poter trovare la strada con le proprie gambe o attraverso pastori che non son passati da quella porta e non ama essere chiamato con il termine pecora.
Ma per fortuna il pastore è saggio e paziente, perchè si è reso conto d'esser stato anche lui pecorella e senza fretta fa sentire la sua voce, per esser riconosciuto dal gregge.
martedì 10 novembre 2015
mercoledì 21 gennaio 2015
Energia eolica 2.0
L'azienda francese New Wind ha realizzato L'Arbre à Vent, un Albero a Vento alto 11 metri, largo 8, con 72 foglie a raccogliere anche il minimo movimento d'aria, da qualsiasi posizione provenga.
Le foglie sono in realtà delle turbine su un'asse verticale, molto silenziose, e raccolgono anche brezze alitanti i soli 2 metri al secondo, riuscendo a produrre una potenza di 3,1 Kw. Nato per sustituire le più invadenti pale eoliche laddovè le esigenze paesaggistiche lo richiedono, sarà sperimentato per la prima volta a Parigi, in Place de la Concorde, tra il 12 marzo e il 12 maggio. Il prezzo minimo, qualora la sperimentazione fosse positiva, è di 29.500 euro, calcolando gli uccelli francesini siano già pronti per un nido a prova di giostra.
fonte www.zeusnews.it
Le foglie sono in realtà delle turbine su un'asse verticale, molto silenziose, e raccolgono anche brezze alitanti i soli 2 metri al secondo, riuscendo a produrre una potenza di 3,1 Kw. Nato per sustituire le più invadenti pale eoliche laddovè le esigenze paesaggistiche lo richiedono, sarà sperimentato per la prima volta a Parigi, in Place de la Concorde, tra il 12 marzo e il 12 maggio. Il prezzo minimo, qualora la sperimentazione fosse positiva, è di 29.500 euro, calcolando gli uccelli francesini siano già pronti per un nido a prova di giostra.
fonte www.zeusnews.it
Il tartufo dell'amore
L'anandamide (beatitudine, in sanscrito indiano) è un cannabinoide
simile al THC della canapa da resina, è prodotto anche dal corpo
umano e presenzia pure nel latte materno. Recentemente è stato scoperto in
copiosa quantità nel tartufo, quello nero in particolare.
I ricercatori di Micologia e Genetica dell'Università di Aquila, unitamente ai colleghi di Teramo e del Campus Biomendico di Roma, hanno svelato il segreto del tubero odoroso, saporitissimo, e suoi effetti prodigiosi sul benessere e umore. L'odore e l'anandamide servono al tartufo per esser trovato e soddisfare pienamente l'animale che lo mangierà, ripagandolo dello sforzo compiuto nello scavare al terra, in modo le spore possano essere deposte altrove dopo il processo di digestione.
fonte Aduc.it
I ricercatori di Micologia e Genetica dell'Università di Aquila, unitamente ai colleghi di Teramo e del Campus Biomendico di Roma, hanno svelato il segreto del tubero odoroso, saporitissimo, e suoi effetti prodigiosi sul benessere e umore. L'odore e l'anandamide servono al tartufo per esser trovato e soddisfare pienamente l'animale che lo mangierà, ripagandolo dello sforzo compiuto nello scavare al terra, in modo le spore possano essere deposte altrove dopo il processo di digestione.
fonte Aduc.it
mercoledì 14 gennaio 2015
Le origini misteriose della cannabis
A dar man forte alla teoria secondo la quale la canapa (scientificamente cannabis, in messicano marijuana, probabilmente dal nome di una certa Maria Giovanna che la vendeva) avrebbe origini europee e non asiatiche, la scoperta, lo scorso anno, del più antico manufatto in canapa, risalente a 9.000 anni fa e ritrovato in Turchia[link]. Fino a prima di questa scoperta l'origine certifica dalla storia era un tessuto in canapa risalente all'8.000-6.000 a.c. ritrovato in Cina. Generalmente quindi pensavano la canapa avesse origini asiatiche.
Non contenti, il botanico sovietico D.E. Janichewsky, nel 1924, aggiunse una nuova varietà: la Sativa, a forma di piramide e alta fino a 3 metri con rami irregolari, l'Indica, alta 90-120 centimetri e con molte foglie e rami, la Ruderalis, senza rami e alta al massimo 50 centimetri. Questa è anche la classificazione seguita dal mondo del commercio.
L'immagine qui accanto è solitimente proposta dagli accademici invertita orizzontamente: prima la Sativa, poi l'Indica, seguita dalla Ruderalis, come da classificazione.
Il fatto la Ruderalis, sebbene sia l'ultima a esser stata scoperta, sia tipica dell'Europa dell'Est, e il fatto invertendo l'immagine e guardarla come proposta qui accanto sembri più logica e realistica, partendo dalla piu piccola alla più grande, in termini evolutivi, aveva fatto intuire pure a me l'origine della canapa potesse proprio essere l'Europa.
In realtà, il fatto il manufatto più antico in canapa sia stata scoperto in Turchia potrebbe pure voler dire la canapa sia arrivata in Europa passando per Istabul, e che l'origine potrebbe invece essere l'Africa. Mi è infatti sorto il dubbio d'essermi messo a fare il classico gioco di europei, arabi e asiatici, che hanno rubato l'origine di religioni, lingue, scienze e scoperte all'Africa, per attibuirle a propri cari.
In fin dei conti cresce bene in tutta l'Africa e da buona sorella dell'uomo potrebbe esser proprio nata nel Corno d'Africa, come i primi ominidi, per poi adattarsi a climi e terreni viaggiando per il mondo. Buon Viaggio Canapa.
Scientificamente parlando, il botanico svedese Linneo classificò la cannabis come un unica specie molto variabile, con due sottospecie: la Sativa, coltivata nel Nord del Mondo per produrre semi e tessuti, e l'Indica che cresce nei Paesi caldi, ricca di resina e cannabinoidi. In questo inghippo cade pure mesto mesto il Governo italiano con la sua legislazione.
Dal punto di vista agricolo, però, queste sono solo complicazioni botaniche perchè in realtà la cannabis Indica non esiste. La canapa detta Indica è il frutto di centinaia d'anni di selezione di piante da parte dei coltivatori dell'Afganistan e zone confinanti, e ha solitmente un effetto rilassante. Tutte le altre sono dette canapa Sativa e possono a loro volta contenere molto THC e essere enegergetiche, oppure no. In realtà, però, è tutta canapa, una specie molto variabile, punto.
Non contenti, il botanico sovietico D.E. Janichewsky, nel 1924, aggiunse una nuova varietà: la Sativa, a forma di piramide e alta fino a 3 metri con rami irregolari, l'Indica, alta 90-120 centimetri e con molte foglie e rami, la Ruderalis, senza rami e alta al massimo 50 centimetri. Questa è anche la classificazione seguita dal mondo del commercio.
L'immagine qui accanto è solitimente proposta dagli accademici invertita orizzontamente: prima la Sativa, poi l'Indica, seguita dalla Ruderalis, come da classificazione.
Il fatto la Ruderalis, sebbene sia l'ultima a esser stata scoperta, sia tipica dell'Europa dell'Est, e il fatto invertendo l'immagine e guardarla come proposta qui accanto sembri più logica e realistica, partendo dalla piu piccola alla più grande, in termini evolutivi, aveva fatto intuire pure a me l'origine della canapa potesse proprio essere l'Europa.
In realtà, il fatto il manufatto più antico in canapa sia stata scoperto in Turchia potrebbe pure voler dire la canapa sia arrivata in Europa passando per Istabul, e che l'origine potrebbe invece essere l'Africa. Mi è infatti sorto il dubbio d'essermi messo a fare il classico gioco di europei, arabi e asiatici, che hanno rubato l'origine di religioni, lingue, scienze e scoperte all'Africa, per attibuirle a propri cari.
In fin dei conti cresce bene in tutta l'Africa e da buona sorella dell'uomo potrebbe esser proprio nata nel Corno d'Africa, come i primi ominidi, per poi adattarsi a climi e terreni viaggiando per il mondo. Buon Viaggio Canapa.
sabato 10 gennaio 2015
Spostiamo la sede Onu a Addis Abeba
All'impproviso mi accorgo che più vestono, mangiano e consumano i prodotti delle multinazionali, portano i capelli rasati per i maschi e si mostrano su Facebook mentre bevono alcol e fumano sigarette, più sono convinti New York sia il centro del Mondo.
Certamente, se il mondo è quello materiale su cui si basa la "civiltà" occidentale, se così si può definire, allora New York è il centro del mondo e su quello non ci piove. Una colata di cemento, acciaio e vetro non può che essere la patria del crudo materialismo, o di Babilonia, per usare il gergo di alcuni cantanti Raggae più naturalisti.
Se provi infatti a fare uno sforzo RastafarI e metter prima il spirituale, non sola al materiale, ma anche al naturale, allora scopri che in realtà New York è un buco nero con "ambizioni imperialiste". In questi termini, il vero Centro del Mondo, quello che emana luce tanto utile all'umore, è l'Etiopia. Nel Corno d'Africa, poi, nacquero i primi ominidi, quindi anche dal punto di vista scientifico l'Etiopia può essere considerata il centro del mondo.
Proviamo quindi a immaginare un mondo dove l'Organizzazione delle Nazioni Unite abbia sede a Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia, nella culla dell'Africa e dell'umanità. Allontaniamo l'Onu dalla sua vicinanza a Wall Street e gli interessi del capitalismo più marcio e mettiamo nel cuore dell'Africa. Poi vediamo se cambia veramente qualcosa e riusciamo a uscire da questo appiattimento materialista, dove il male non esiste e sembra tutto bello.
Perchè se l'Africa riesce a stare sulle proprie gambe, come sosteneva RastafaI Haile Selassié, ne avrà beneficio il Mondo intero.
Monumento del leone a Addis Abeba |
Se provi infatti a fare uno sforzo RastafarI e metter prima il spirituale, non sola al materiale, ma anche al naturale, allora scopri che in realtà New York è un buco nero con "ambizioni imperialiste". In questi termini, il vero Centro del Mondo, quello che emana luce tanto utile all'umore, è l'Etiopia. Nel Corno d'Africa, poi, nacquero i primi ominidi, quindi anche dal punto di vista scientifico l'Etiopia può essere considerata il centro del mondo.
Proviamo quindi a immaginare un mondo dove l'Organizzazione delle Nazioni Unite abbia sede a Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia, nella culla dell'Africa e dell'umanità. Allontaniamo l'Onu dalla sua vicinanza a Wall Street e gli interessi del capitalismo più marcio e mettiamo nel cuore dell'Africa. Poi vediamo se cambia veramente qualcosa e riusciamo a uscire da questo appiattimento materialista, dove il male non esiste e sembra tutto bello.
Perchè se l'Africa riesce a stare sulle proprie gambe, come sosteneva RastafaI Haile Selassié, ne avrà beneficio il Mondo intero.
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